[Recensione] La mia ultima estate di Anne Freytag - Leggereditore


Trama
Tessa, diciassette anni, ha atteso a lungo il ragazzo perfetto, il momento perfetto, il bacio perfetto. Pensava di avere ancora molto tempo davanti a sé, prima di scoprire che a causa di un difetto cardiaco le restano poche settimane di vita. Stordita, arrabbiata, disperata, aspetta di morire chiusa nella sua stanza. È un’attesa amara, la sua, perché sa di non aver vissuto a pieno. Pensa a sé stessa come a una “ragazza soprammobile”, che morirà “vergine e senza patente”. Fino a quando non incontra Oskar e tutto sembra di nuovo possibile. Nonostante Tessa cerchi di allontanarlo, convinta che una relazione sarebbe insensata ed egoistica, lui non le lascia scampo. Oskar sa vedere dietro le apparenze, non ha paura e vuole rimanerle accanto. Pur di sorprenderla, di vedere i suoi occhi brillare per l’emozione, organizza un piano per farle vivere un’ultima estate perfetta. Un viaggio in Italia a bordo della sua Volvo sgangherata per ammirare i tesori di Firenze, sedersi sulla scalinata di Piazza di Spagna, mangiare una pizza a Napoli. Un’ultima estate in cui il tempo non ha importanza e ciò che conta sono solo i sentimenti.
Un romanzo che emoziona e fa riflettere, che tra sorrisi e lacrime ci ricorda quanto sia importante vivere il presente.

La mia opinione 
“Vivi ogni giorno come se fosse ogni giorno. Nè il primo, né l’ultimo, l’unico.” Con questa bellissima citazione di Neruda si potrebbe riassumere il senso di “La mia ultima estate”.
Si tratta di un tipo di romanzo che normalmente, arrivata a quasi 32 anni, evito perché mi sembra da ragazzine. Ma il mio sesto senso, per fortuna, ha avuto ragione ancora una volta.
L’avvertimento, come potete capire dalla trama, è quello di non leggerlo se non volete piangere. Perché, durante la lettura di questo romanzo, vi posso assicurare che le lacrime che verserete saranno tante, anche per una persona come me, che difficilmente si commuove. Ma, allo stesso tempo, vi divertirete ed emozionerete come la protagonista, anche grazie alla scrittura scorrevole della giovane autrice, che vi porterà a non voler abbandonare il romanzo finché non sarete arrivati alla fine.
La storia potrebbe, a prima vista, sembrare banale, sull’onda cavalcata da romanzi come “Colpa delle stelle” o “Resta anche domani”. Eppure, nonostante abbia letto entrambi i libri citati, “La mia ultima estate” è riuscito a colpirmi come da tempo non accadeva.
Forse perché mi sono ritrovata tantissimo in Tessa: una ragazza apparentemente perfetta, concentrata negli obiettivi che una diciassettenne normale può avere: la scelta dell’università giusta, ottenere ottimi risultati a scuola, non deludere i propri genitori. In più, ho ritrovato in Tessa un aspetto che mi caratterizza: la pianificazione. Tessa ha sempre pianificato tutto e così, davanti all’evento più terribile che possa succedere ad un essere umano, la consapevolezza di avere una malattia che le lascerà solo poche settimane di vita, continua a fare quello che ha sempre fatto: organizza, pensa, riflette, sempre rinchiusa nella sua stanza.
Finché non incontra Oskar: tra i due basta un semplice sguardo per capire che c’è un filo che li lega. Nonostante Tessa faccia di tutto per allontanarlo, perché non vuole farlo soffrire per un rapporto che nasce già “a breve termine”, il legame tra i due non è destinato a spezzarsi, è un rapporto che, per quanto breve possa essere, sono destinati a vivere a pieno.
E finalmente Tessa decide di fare una cosa che, nella sua eterna pianificazione, nella sua continua ricerca della perfezione, non ha mai fatto: vivere. Tessa decide di partire con Oskar per l’Italia e godersi ogni singolo attimo, vivere giorno per giorno assaporando ogni stupendo momento che la vita può regalare.
Molto spesso non ci accorgiamo del tempo che stiamo perdendo, così concentrati sulla quotidianità che spesso ci annoia e ci stressa. Eppure basterebbe fermarsi per cogliere l’attimo, vivere ogni giorno come se fosse l’unico. So che è difficile e io sono la prima a non farlo, ma “La mia ultima estate” porta necessariamente a riflettere su quanto la vita sia breve e che, nonostante le paure, le insicurezze, le delusioni, il tempo è troppo importante per essere sprecato.

Vivete, innamoratevi, soffrite e rialzatevi, ma godetevi ogni piccolo attimo che vi regala il presente, il “qui ed ora”: questo è il messaggio che mi ha trasmesso questo romanzo e che, spero, possa portare a tutti voi.

Voto finale: 4.5/5

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